In linea con la versione critica, sono qui riportati, in ordine alfabetico, i codici e le edizioni a stampa contenenti gli scritti matematici di Cusano, con le relative abbreviazioni che sono utilizzate nelle note dei singoli scritti.
4.1 Codici
A = codice milanese della biblioteca ambrosiana. G 74, inf. (Milano, biblioteca ambrosiana)1.
Si tratta di un codice cartaceo, di 20 fogli, (XV secolo), contenente solo i testi matematici.
f. Iv–2r : Aurea propositio in mathematicis
f. 3r–4r: De caesarea circuli quadratura
f. 5r–20r: De mathematicis complementis (testo più lungo)
Bb = Codice della biblioteca apostolica vaticana, Barb. Lat. 350 (indicazione precedente: X. 168) (Città del Vaticano)2.
Si tratta di un codice di 92 fogli, composto da 8 parti diverse, scritto tra il XIV e XV secolo. Gli scritti matematici di Cusano sono contenuti nella parte 3 e 4:
f. 20v–23r: De una recti curvique mensura
f. 43r–60r: De mathematicis complementis (testo più lungo)
Bl = codice della biblioteca regia di Bruxelles, 2962–29783.
Si tratta di un codice di 248 fogli (scritto tra il 1500 e il 1510), che contiene la maggior parte dei testi di fisica e due scritti matematici di Cusano.
f. 45r–77r: De mathematicis complementis (testo più lungo)
f. 78r–88r: De mathematica perfectione
I testi sono scritti in maniera chiara. Il paragrafo 39, che mancava nel primo, fu aggiunto molto probabilmente da un altro amanuense dopo la fine del primo libro. Il secondo libro non è integro, mancano molte pagine (f. 63v e f. 68rv, f. 73v–74r), ma le figure sono presenti.
Br = codice della biblioteca regia di Bruxelles, 11479–114844.
Si tratta di un codice di 78 fogli, scritto nel XV secolo. Nel
foglio 59 si legge: «Ex dono Heymerici de Campo
f. 59r–65v: De mathematicis complementis (testo più breve)
f. 68r–78v: De theologicis complementis
I testi matematici sono trascritti da un’unica mano. Nel De mathematicis complementis ci sono poche correzioni e diverse sottolineature alle proposizioni; molte note sono scritte a margine da un amanuense successivo. Le figure non mancano.
C = Codice della biblioteca dell’ospedale di San Nicola, cod. 218 (Bernkastel–Kues)5.
Il codice, di 141 fogli, contiene, insieme al codice Cu, 21 opere di Cusano, che Pierre Peter Wymar
von Erkelenz
f. 68r–78v: De mathematica perfectione, prima versione; il testo è in gran parte cancellato.
Cu = Codice della biblioteca dell’ospedale di San Nicola, cod. 219 (Bernkastel–Kues)6.
Il codice cartaceo, di 211 fogli, contiene le opere elaborate dopo il 1450, tra le quali due testi matematici:
f. 51r–66v: De mathematicis complementis (testo più lungo)
f. 194r–198v: De mathematica perfectione
I testi matematici sono trascritti nitidamente da un’unica mano. Nel De mathematicis complementis ci sono poche correzioni molte note a margine e non c’è dubbio che l’autore sia Cusano. Le figure non mancano.
E = Codice monacense latino della biblioteca della città bavarese, Clm 14213 (München, Bayerische Staatsbibliothek)7.
Il codice cartaceo, di 142 fogli (scritto nel XV secolo), proviene dal monastero di Sant’Emmerano. Vi sono molti scritti di Cusano, tra cui il De docta ignorantia, il De coniecturis e i seguenti scritti matematici:
f. 96r–101r: De geometricis transmutationibus
f. 101r–104v: De circuli quadratura
f. 105r–108v: De mathematicis complementis (testo più breve)
I testi matematici sono trascritti nitidamente da un’unica mano. Delle poche correzioni presenti è autore l’amanuense. Le iscrizioni sono in rosso e le figure sono disegnate con molta cura.
Em = Codice caroloruense della biblioteca di Baden, E.M. 32 (Karlsruhe)8.
Il codice cartaceo, di 178 fogli (molti dei quali vuoti), è stato scritto alla fine del XV secolo e proviene dalla biblioteca di Johannes Stoeffler (1452–1531) e di Philipp Imsser (1500–1570), ed è stato ritrovato nel monastero Etten–Müster a Karlsruhe. I testi sono per la maggior parte astronomici. Di Cusano c’è solo:
f. 5r–8v: Quadratura circuli; compresa la parte De sinibus et cordis (f. 8rv)
F = Codice fiorentino, biblioteca nazionale centrale, Conv. Soppr. J. IX.16. (Firenze)9.
Codice cartaceo (della fine XVI secolo, visto che è inserito l’anno 1578), è composto di 453 fogli. Esso riporta una sola volta: Florentia San Marco 161. Contiene estratti e note da diverse opere per la maggior parte di matematica e fisica scritti in lingua greca, latina, italiana, tra cui:
f. 191r–212v: Quadratura circuli ad mentem Cusani
Il testo dei fogli 191r–212v, il cui autore non è nominato, offre la
maggior parte della Quadratura circuli,
quasi la metà dello scritto di Toscanelli
Gr = Biblioteca dell’università di Groningen, Ms. 103 (Rijksuniversiteit)10.
Il codice cartaceo di 274 fogli contiene vari scritti in latino
e in lingua batava; fu scritto da Walterus Enchusen
f. 153r–166r: De mathematicis complementis (testo più lungo)
f. 166r–169r: De mathematica perfectione
I testi sono scritti in maniera chiara e con molte abbreviazioni. Le figure non mancano. Gli scritti matematici di Cusano sembrano dipendere dall’edizione strasburghese.
Hr = codice londinese, della biblioteca britannica, Harleianus 3169 (London)11.
Il codice si compone di 140 fogli, incollati su due parti; all’inizio il codice, scritto nel XV secolo, aveva entrambe le parti. La prima parte (f. 1r–125v) contiene scritti patristici e agiografici; l’altra parte, due opere di Cusano:
f. 126r–138v: De mathematicis complementis (testo più lungo)
f. 105r–108v: De theologicis complementis
Nel secondo fascicolo i fogli sono ammassati e non sono in ordine. A quei tempi la serie dei fogli era: f. 126–130; 134–135; 133; 138; 136–137; 131–132; 139–140. Il testo del De mathematicis complementis è trascritto da un solo amanuense in maniera chiara; l’autore delle poche correzioni che ci sono sembra sia l’amanuense stesso. Le figure sono presenti.
M = Codice della biblioteca municipale metese, Ms. 355 (Metz)12.
Il codice cartaceo, di 266 fogli, scritto nel XV secolo, nel 1763 era nell’abbazia di Santo Arnulfo. Nel settembre del 1944 il codice fu completamente bruciato, ma ad Heidelberg le immagini delle opere di Cusano sono protette dalla luce (non di tutte). Vi appartengono molti scritti di teologia e delle opere matematiche di Cusano solo il De mathematicis complementis (testo più breve) (f. 123v–132r).
L’autore delle poche correzioni presenti nel De mathematicis complementis, scritto con chiarezza da un’unica mano, è lo stesso amanuense. Le figure sono presenti.
Mn = codice monacense latino della biblioteca della città bavarese, Clm. 1862 (München, Bayerische Staatsbibliothek)13.
Il codice cartaceo, di 292 fogli, proviene dal monastero di San Quirino O. S. B. Tegernseense (vecchia indicazione: Teg 621). Molte parti estratte dalle opere di Cusano furono trascritte dal frate Sigismundus Schröttinger. La parte più consistente è quella teologica. Di Cusano troviamo:
f. 261r – 270r: De mathematica perfectione14
Il testo del De mathematicis perfectione è scritto con chiarezza da un’unica mano; le figure sono presenti.
Na = Codice namurense della biblioteca del museo archeologico, Ms. 77 (Namur, Biblioteca della società archeologica)15.
Il codice cartaceo, di 232 fogli, scritto nel XV secolo, proviene dall’abbazia «de gardineto iuxta walcuriam» (=Abbaye du Jardinet, Walcourt) (ord. Cistercense); nel foglio Ir si legge (sec. XV/XVI): «questo libro appartiene al monastero del giardinetto della beata vergine Maria vicino a Walcourt». Di Cusano troviamo:
f. 2r – 8v: De geometricis transmutationibus
O = Codice enipontano della biblioteca universitaria (Innsbruck)16.
Il codice cartaceo, di 219 fogli, scritto nel XV secolo, è stato ritrovato nel monastero del monte di tutti i santi Schnals Aeni al ponte. Qui troviamo tra i vari scritti, il De anima di Cassiodoro (f. 167v–175r); il Dyalogus de genesi , trascritto nel 1447 a Lodi (f. 176r–183v); l’Epistolae ad Bohemos (f. 184r–196v); l’Epistola Enee Silvii ad Iohannem de Aich de curalium vanitatibus (f. 207r–219r). Delle opere matematiche di Cusano troviamo:
f. 197r–204v: De geometricis transmutationibus
Ob = Codice della biblioteca apostolica vaticana, Ottobon.lat. 1870 (Città del Vaticano).17
Il codice cartaceo, di 176 fogli, prodotto nel XV secolo, contiene, tra gli altri scritti, il testo cusaniano:
f. 166r–166v: Dialogus de circuli quadratura.
R = Codice monacense latino della biblioteca della città bavarese, Clm 14908 (München, Bayerische Staatsbibliothek)18.
Il codice cartaceo, di 523 fogli, proviene dal Santo Emmeramo
presso regina Castra, con la vecchia indicazione Em. R. 8. Il
codice intero fu composto tra il 1455 e il 1464 da Fridericus
Amann
f. 407r – 423v vecchia numerazione = f. 426r – 442v nuova numerazione: De geometricis transmutationibus (testo scritto nel 1459)
f. 423r – 432v vecchia numerazione = f. 442r – 451v nuova numerazione: De circuli quadratura (testo scritto nel 1459)
f. 435r – 452v vecchia numerazione = f. 454r – 470v nuova numerazione De mathematicis complementis (testo più breve scritto nel 1459)
Fridericus trascrisse le opere di Cusano nel 145920. Gli opuscoli di matematica furono scritti rapidamente con molte abbreviazioni. L’originale del De mathematicis complementis e del De geometricis transmutationibus pare fosse il codice E dal Santo Emeramo.
Nel De mathematicis complementis sono tracciate delle linee sotto le proposizioni; non mancano le figure, ma sono disegnate con poca attenzione.
Rt = codice monacense latino della biblioteca della città bavarese, Clm 18570 (München, Bayerische Staatsbibliothek)21.
Il codice cartaceo, di 147 fogli, scritto intorno al 1453–1454 nel monastero di San Quirino O.S.B. Di Tagersee (vecchia indicazione: teg. 570), contiene vari scritti teologici e di Cusano, tra gli altri scritti filosofici e teologici22: De mathematicis complementis (testo più breve, f. 52r – 62v).
Il testo del De mathematicis complementis è scritto con chiarezza da un’unica mano; le poche correzioni presenti sono in gran parte errori di scrittura (refusi), che lo stesso amanuense corresse. Non mancano le figure, disegnate, tra l’altro, molto accuratamente.
Sa = Codice oxoniense della biblioteca bodleiana Saviliana 55 (Oxford, biblioteca bodleiana)23.
Il codice cartaceo, di 110 fogli, composto intorno al 1451–1454
ad Aquisgrana da più autori, in primis da Joanne Scoblant, nel
1694 venne in possesso di Joannus Wallisius
Nel testo del De mathematicis complementis, scritto da un’unica mano, vi sono molti errori, la maggior parte dei quali fu corretta dallo stesso amanuense, che verosimilmente provvide anche a colmare le omissioni e i salti di trascrizione per omoioteleuto. Le figure non mancano.
T = Codice monacense latino della biblioteca della città bavarese, Clm 18711 (München, Bayerische Staatsbibliothek)25.
Il codice cartaceo, di 268 fogli (fatti di membrana), scritto intorno al 1452 nel monastero di San Quirino O.S.B. Di Tagersee (vecchia indicazione: Teg. 711), contiene i seguenti scritti di matematici di Cusano:
f. 234v–242r : De geometricis transmutationibus
f. 242v–249v : De circuli quadratura26
I testi matematici, scritti nitidamente, sono stati emendati da uno scarso amanuense del tempo.
To = Codice toledino della biblioteca capitolare Ms. 19–26 (Toledo, biblioteca Capitolar)27.
Il codice, di 193 fogli, prodotto negli anni 1460–1470
probabilmente in Italia, appartenne al cardinale Pier Leone di
Spoleto
f. 169r–175r: De geometricis transmutationibus
f. 175r–176r: De arithmeticis complementis (prima versione)
f. 176r–187v: De mathematicis complementis (testo più lungo)
f. 188r–191r: De mathematica perfectione (prima versione)
f. 191v–192v: Dialogus de circuli quadratura
Chi trascrisse il codice non aveva il corpus delle opere di Cusano: più che descrivere le opere, le riunì, accostandosi a rari codici; a testimonianza di ciò sta il fatto che soltanto il codice To tramandò le prime versioni (che sono per così dire abbozzi) del De arithmeticis complementis e del De mathematica perfectione. Non si fa menzione di Cusano nel codice To. Il testo degli opuscoli matematici, da quanto si può supporre, è stato scritto da un unico amanuense. Non sono state aggiunte note a margine; le correzioni sono poche e mancano tutte le figure. Le lettere iniziali nelle ultime due opere sono omesse.
U = Codice vindobonense del convento dell’ordine dei predicatori 6/6 (Wien, Dominikanerkonvent)29.
Il codice cartaceo, di 317 fogli, scritto nel 1454, contiene solo opere di Cusano, tra cui le seguenti opere matematiche:
f. 296r–308r: De geometricis transmutationibus
f. 308v–317v: De circuli quadratura
Y = Codice della biblioteca di New Haven, Yale Medical Library, The Historical Library. Ms 2430.
Il codice cartaceo, di 460 pagine, è stato composto nel XV secolo nel monastero mellicense; vecchie segnature; Melk 794, Melk 367; Melk G. 27.
Al codice appartengono molti opuscoli di astronomia e di
matematica, scritti su Johannes de Gmunden (ca. 1380–1442), George
Peurbach
Il codice parigino della biblioteca nazionale, n.a.l. 110331.
Il codice cartaceo, di 170 fogli, è stato composto nel XV–XVII
secolo. In esso sono riuniti frammenti di diversi codici, tra essi
c’è un foglio (f. 98rv), che contiene
un frammento del De mathematicis
complementis di Cusano. Il testo del frammento è lo stesso di
quello contenuto nell’edizione a stampa p.
Oltre al testo di Cusano, nel foglio è stata tramandata anche la
parte del commento di Omnisantus
4.2 Edizioni a stampa
a = edizione strasburghese (Argentoratum), stampata nel 1488 senza anno, né luogo, da Martin Flach (ca. 1440–ca. 1514). Poiché dipende dai codici C e Cu, contiene questi scritti matematici:
fol. f 4v–h 8r: De mathematicis complementis
fol. z 5v–A 3v: De mathematica perfectione
m = edizione erroneamente definita milanese,
in verità fu stampata nel 1502 presso Cortemaggiore nel castello
del marchese Rolando Pallavicini
f. 196r–217v: De mathematicis complementis
f. 356v–362r: De mathematica perfectione
p = edizione parigina, stampata nel 1514
nella bottega del tipografo fiammingo Josse Bade van Assche
f. 33r–53v: De geometricis transmutationibus
f. 54r–58v: De arithmeticis complementis
f. 59r–92v: De mathematicis complementis (versione più lunga)
f. 101v–114r: De mathematica perfectione
Le prime due opere erano state donate a Faber Stapulensis
n = edizione norimberghese, che è
un’appendice del De triangulis omnimodis libri
quinque di Regiomontanus
p. 5–9: Quadratura circuli
p. 10–12: Dialogus de circuli quadratura
p. 13–14: Magister Paulus ad Niccolaum Cusanum Cardinalem
p. 14–15: Declaratio rectilineationis curvae
p. 16–21: De una recti curvique mensura
b = edizione basilense, stampata nel 1565 da Henricus Petrus (1508–1579), presso la sua Officina Henricpetrina. Questa edizione segue sostanzialmente le edizioni p e n. Queste le opere matematiche che vi ineriscono:
p. 939–991: De geometricis transmutationibus
p. 991–1003: De arithmeticis complementis
p. 1004–1090: De mathematicis complementis (testo più lungo)
p. 1091–1095: Quadratura circuli
p. 1095–1098: Dialogus de circuli quadratura
p. 1099–1100: Magister Paulus ad Niccolaum Cusanum Cardinalem
p. 1100–1101: Declaratio rectilineationis curvae
p. 1101–1106: De una recti curvique mensura
1120–1154: De mathematica perfectione
Nei quattro scritti presi da p non
mancano le annotazioni di Omnisanctus
4.3 Genesi, datazione e successione cronologica dei singoli scritti matematici
4.3.1 De geometricis transmutationibus
Il De geometricis transmutationibus è
lo scritto matematico più antico che noi conosciamo di Cusano.
Sembra sia stato terminato il 25 settembre 1445 e inviato a
Toscanelli
L’ipotesi ammessa da Franz Anton Scharpff (1809–1879), da
Paul Schanz (1841–1905) e da Edmond Vansteenberghe
4.3.2 De arithmeticis complemementis (forma prior)
Cusano mandò quest’opuscolo a Toscanelli
La forma prior del De arithmeticis complementis è presente solo in To e presenta molti errori. È chiaro che chi lo trascrisse non capì in alcun modo il contenuto: non intese il significato delle frazioni, per cui pensò di omettere tutti i passi con gli esempi in cui erano presenti le frazioni, lasciandoli vuoti. Il testo è ricostruito sul codice To, che tuttavia, essendo disseminato di errori, risulta di difficile comprensione36.
4.3.3 De arithmeticis complementis
L’ultima versione del De arithmeticis
complementis, qui tradotta, differisce molto da quella
iniziale. Il testo è indirizzato a Toscanelli
4.3.4 De circuli quadratura
Questo testo è stato scoperto sotto forma di manoscritto da
Raymund Klibansky
4.3.5 Quadratura circuli
L’opuscolo, di cui non è stato stabilito né l’anno, né il giorno della sua composizione, si riteneva negli anni precedenti che fosse stato elaborato nel Dicembre 1450, ma Fritz Nagel dimostrò che verosimilmente questo testo era stato scritto da Cusano nel mese di Luglio o Agosto del 1453 a Bressanone43. L’ipotesi di uno slittamento della data di composizione della Quadratura circuli fa leva sulla somiglianza testuale e contenutistica che c’è tra la Quadratura circuli e il De mathematicis complementis (del 1453). L’opuscolo è stato tramandato in Em, Y e in n. Nel codice Em ci sono molte glosse tra le righe e a margine, soprattutto nel primo foglio; nel codice Y si trovano due glosse a margine. Il testo del codice Y è più chiaro del codice Em, ma mancano le figure. Entrambi i codici e l’edizione a stampa n dipendono da un unico esemplare44. Si trovano diversi passi estratti dalla Quadratura circuli nel libricino del codice F intitolato Quadratura circuli ad mentem Cusani, di autore ignoto, che sembra sia stato utilizzato nell’esemplare andato perduto.
4.3.6 De mathematicis complementis
Il De mathematicis complementis è il
testo più lungo e il più importante tra gli scritti matematici
di Cusano; è dedicato al papa Niccolò V
La prima versione si trova in sei codici (Br, E, M, R, Rt, Sa); nel codice Sa sono aggiunti anno e giorno: VI Kal.
Martias (24.2) del 1454; dunque il codice Sa è successivo alla seconda versione.
Quest’ultima si trova in sette codici (A, Bb,
Bl, Cu, Gr, Hr, To), e in quattro edizioni a stampa (a, m, p, b); p e b – che dipende da p –
sono ampliati da Omnisanctus
Cusano aggiunse alla versione più breve del De mathematicis complementis il De theologicis complementis. Tutti i codici, che contengono il De theologicis complementis (eccetto il codice R), contengono anche la versione più breve del De mathematicis complementis45. I codici contenenti la prima versione (Br, E, M, Rt) sono perfettamente descritti. È stato tramandato il testo integrale in Br e Rt. R sembra dipendere da E ed è scritto in modo non accurato. In Sa si trovano molte imperfezioni.
Tra i codici contenenti la seconda versione, Cu occupa un posto di rilievo, poiché è esaminato e ampliato da Cusano con numerose note a margine. Il testo del codice A e del codice Cu sono i più simili al testo di Cu. Ottimo è anche il testo del codice Hr; la fine dell’altro libro (dopo n. 82,2) manca di fogli andati perduti. Il testo del codice To è scritto da un ignaro di matematica, che fece molto errori, soprattutto nello scrivere le lettere delle figure. Il testo del codice Bl è ottimo; in esso sono contenuti il libro primo e parte del libro secondo (n. 61–67, n. 71–90, n. 92–98).
L’edizione a stampa a contiene l’intero testo dei due libri; m dipende da a, ma è inficiato da molti errori. Il codice Gr è una copia del libro a, ed entrambi si trovano in p, che dipende b.
È qui presentata la traduzione del testo della seconda versione e si rifà al codice Cu.
4.3.7 Declaratio rectilineationis curvae
Con questo opuscolo inviato a Peurbach
4.3.8 De una recti curvique mensura
Anche di questo opuscolo non sappiamo la data di composizione. È stato tramandato in n e b e nel codice Bb, il cui testo è lo stesso di quello contenuto in n e b. Tuttavia, poiché nelle tre tesi del testo si fa riferimento al contenuto del De mathematicis complementis, è molto probabile che esso sia stato composto subito dopo il testo più lungo46.
4.3.9 Dialogus de circuli quadratura
Il dialogo, di cui si parla nel titolo, è quello tra Cusano e
Toscanelli
4.3.10 De caesarea circuli quadratura
Con questo opuscolo, indirizzato all’imperatore Federico IV,
Cusano rispose alle obiezioni espresse da Toscanelli
4.3.11 De mathematica perfectione (forma prior)
Il testo, presente alla fine di C, all’inizio era stato cancellato, probabilmente con una pietra pomice, ma oggi può essere in parte letto48. Nel 1983 Klaus Reinhardt reperì il testo nel codice To: è probabile che Cusano stesso abbia ordinato di cancellare il testo in C. Marco Böhlandt ha formulato alcune ipotesi per spiegare i motivi di tale eliminazione49. C’è un’indubbia affinità di contenuto tra questo testo e il De beryllo, un’opera che Cusano produsse per i monaci supplici di Tegernsee. È probabile che le due opere, il De mathematica perfectione e il De beryllo, siano state prodotte nel medesimo periodo ed è altrettanto probabile che Cusano decise di non trascrivere nel testo definitivo del De mathematica perfectione le esposizioni generali sulla filosofia e sulla teologia contenute nella prima versione in quanto, essendo simili a quanto esposto nel De beryllo, risultavano un’inutile ripetizione; per questo motivo è verosimile che Cusano ordinò che il primo testo fosse cancellato. Hofmann pubblicò le parti del primo testo, che si trovano in C, ampliandole con diversi commenti; trascrisse il testo di To e Reinhardt lo pubblicò50. Menso Folkerts ha pubblicato solo il testo dal codice To, includendo le parti del codice C che si possono distinguere e aggiungendo le figure, che mancano completamente in To. Sulla base di C e le integrazioni da parte di Reinhardt è stata ricostruita integralmente la forma prior del De mathematica perfectione, oggi disponibile in Cusanus 2010h, 183–199.
4.3.12 De mathematica perfectione
Cusano portò a termine la versione definitiva del testo
nell’autunno del 1458 a Roma, e la spedì al cardinale spagnolo
di S. Crisogono, Don Antonio Cerdá y Lloscos
4.3.13 Aurea propositio in mathematicis
È l’ultimo opuscolo di matematica che conosciamo, scritto da
Cusano a Roma l’8 Agosto 1459 durante la sua legazione nella
città.51 È stato tramandato in A,
trovato da Raymund Klibansky
4.3.14 Appendix: Magister Paulus ad Nicolaum Cusanum cardinalem
L’autore dello scritto, con cui si confuta una proposizione
fondamentale (la dodicesima) del De
mathematicis complementis, sebbene non sia indicato, è
sicuramente Toscanelli
Note a piè pagina
Il codice è descritto da Rivolta 1933, 232–249; Kristeller 1963–1992, I, 291; Gabriel 1968, 142; Mazzuconi 1980, 49–66. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L.
Del codice discute ampliamente Haubst 1955, 16–19. I testi matematici ivi compresi sono dettagliatamente descritti da Silverstein 1957, 107–109 e da Kristeller 1963–1992, I, 444. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L.
Del codice hanno trattato Calcoen 1965, I–61, e più brevemente, Kristeller 1963–1992, III, 114. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–XLIX.
Sul codice cfr. Van de Vyver 1962, 47–61, spec. 54–57; 59–61; Van de Vyver 1964, 325ss. Il codice è descritto da Gheyn 1975, 61; Kristeller 1963–1992, III, 119. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–XLIX.
Sul codice cfr. Klibansky 1999, 205–236. Esso è descritto anche da Marx 1905, 212–214; Hofmann e Haubst 1973; Gestrich 1992.
Sul codice cfr. Marx 1905, 214–217; Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–XLIX. Si fa menzione del codice anche in Lutz 1981, 149B, 815.
Il codice è descritto in Faider 1876, IV, part. II, 144. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVIss.–L.
Il codice è descritto da Senger 1972, 12ss; Ettlinger 1899, 437–469, spec. 456; Preisendanz 1973, 16–100ss. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–XLIX.
Il codice è descritto in Björnbo 1911–1912, 3.12, 97–132, spec. 100–102.
Il codice è descritto in Brugmans 1998, 36–41; Folkerts 1970, 21–23; Steensma 1970, 230–259. Di Cusano troviamo anche: f. 169r–177v: Tractatus de reparatione kalendarii; f. 177v–182v: Idiota de staticis experimentis.
Il codice è descritto in Faider 1808, III, 7. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–XLIX e Hallauer 1986, 45–47.
Il codice è descritto in Faider 1879, V, 149ss.. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L. Il codice contiene anche il De pace fidei (f. 101r–123r); il De theologicis complementis (f. 133r–147v) e le Epistulae ad Bohemos (f. 148r–167r).
Il codice è descritto in Faider 1876, IV, III, 4, 190. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L.
Nel codice vi è anche il De beryllo (f. 270v–292v).
Il codice è descritto in Faider 1934, I, 167ss. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L.
Il codice è descritto in Kristeller 1963–1992, II, 419. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVI–XLIX.
Il codice è descritto in Daly e Ermatinger 1964, 3–17, e Daly e Ermatinger 1965, 12–29; spec. 19ss.. Cfr. anche Kristeller 1963–1992, II, 419; Hofmann e Hofmann 1980, XLVII–L. Sull’importanza del codice delle opere di Cusano, cfr. Haubst 1952a, 16–18. In questo codice si trovano anche due opere di Archimede: il De quadratura circuli (f. 151v–156r) e il De mensura circuli (f. 156r–157v). Entrambi sono editi in Clagett 1964–1984a, I, XXXIX; 91–135.
Il codice è descritto in Faider 1876, IV, 250 e in Vogel 1954, 11–19. Cfr. anche Bischoff 1967, II–128 e Hofmann e Hofmann 1980, XLVIss.–L.
Cfr. Wunderle 1995, I, XIVss..
Tra queste anche il De docta ignorantia (libro I, cap. 13–15) f. 453r–455v (vecchia numerazione) e alcuni estratti del libro I del De coniecturis, (f. 456r–464v vecchia numerazione).
Il codice è descritto in: Faider 1876, IV, 182. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVI–L.
Tra questi: f. Ir–26v: De visione dei; f. 28r–51v: De pace fidei; f. 65r–77v: De theologicis complementis; f. 78r–94v: Epistulae ad Bohemos.
Il codice è descritto in Madan e Craster 1905, I, 185ss. (n. 26123). Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVI–L.
In questo codice si trovano: il De mente (f. 1r–25r); il De staticis experimentis (trascritto nel 1451, f. 26r–34r); le Epistulae ad Bohemos (f. 35ra–46rb); il De theologicis complementis (trascritto nel 1454, f. 71ra–83rb); il De pace fidei (trascritto nel 1454; f. 85ra–110rb). Tra il De mathematicis complementis e il De theologicis complementis si trova il Quadratra circuli di Campano (ed. Clagett 1964–1984a, I, 606).
Il codice è descritto in Faider 1876, IV, 200ss. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVIss–L.
Gli altri cusaniani presenti nel codici sono: il De quaerendo deum (f. 1r–9r); il De docta ignorantia (f. 13r–71r); l’Apologia doctae ignorantiae (f. 73r–88v); il De mente (f. 92r–118v); il De staticis experimentis (f. 119r–127r); il De sapientia (f. 128r–144r); un Sermo e una Epistula (f. 144v–162r); il De coniecturis (f. 162r–219r); De filiatione dei (f. 222r–228r), il De dato patris luminum (f. 228v–234r); le Epistulae ad Bohemos (f. 250v–268v).
Del codice ha ampliamente parlato Reinhardt 2005. Ha descritto brevemente il codice Kristeller 1963–1992, IV, 636. Cfr. inoltre Rotzoll 2002, 253–287, spec. 266.
Cfr. Schnarr 2002, 187–213. Nel 1489, probabilmente al servizio del cardinale Marco Barbo (1420–1491), Leone incontrò Luca Pacioli, che nella sua Summa de arithmetica ricorda come Leone gli avesse mostrato il rarissimo De circuli quadratura di Cusano, di cui Leone possedeva e aveva studiato diverse opere. Leone fu il solo degli studiosi italiani del Quattrocento – con l’unica eccezione di Ermolao Barbaro (1454–1493) – a possedere, studiare e fittamente postillare sia un certo numero di opere di Cusano, specie quelle “irenistiche”, quali il De visione dei o il De pace fidei, sia le opere di Lullo.
Il codice è descritto in Czeike 1952, 7 e Kristeller 1963–1992, III, 53. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVI e LI.
Del codice ha parlato ampliamente Senger 1972, 14ss. Il codice è descritto in Faider 1889, 535–537; Bond e Faye 1962, 57ss; Kristeller 1963–1992, III, 30 e Kristeller 1963–1992, V, 293. Cfr. anche Hofmann e Hofmann 1980, XLVI–L.
Sul codice, cfr. Omont 1915, 21ss e Kristeller 1963–1992, III, 273.
Cfr. Hofmann 1967.
Non essendo utili alla comprensione dell’opuscolo, le annotazioni di Omnisanctus, in conformità con l’edizione critica, non sono state qui tradotte.
Cfr. Uebinger 1895, 414–422.
Cfr. Folkerts 2012, 315–333.
Cfr. Liebmann 1929, 261.
Sulla datazione cfr. Uebinger 1895, 403–413.
Il codice T è un ottimo testo, sebbene vi siano parecchie omissioni (la maggior parte per omoioteleuta), che però sono colmate a margine del testo. Il codice E è molto simile a T. U non ha le imperfezioni dei codici E e T, ma è danneggiata da errori propri. Il codice R è scritto con negligenza; l’amanuense corresse immediatamente molti errori. Nel codice R dopo le parole: «nella tesi così dichiarata» (24–25) il discorso si interrompe.
Cfr. Cusanus 1994.
Cfr. Nagel 1984, 70–73.
Cfr. Senger 1972, 15–17.
Heide D. Riemann e Karl Bormann hanno ben esposto questa circostanza in Cusanus 1994, XX–XXII.
Cfr. Mazzuconi 1980, 49–72.
Cfr. Meuthen 1989.